Negli alimenti che quotidianamente somministriamo ai nostri animali sono presenti spesso componenti che possono determinare insorgenza di intolleranze alimentari.
L’intolleranza alimentare è definibile come una sindrome legata all’assunzione di particolari alimenti e che ha la tendenza ad attenuarsi o a scomparire quando gli alimenti in questione vengono allontanati dalla dieta per qualche tempo.
I sintomi possono includere sovrappeso, letargia, irrequietezza, disordini intestinali, vomito cronico, dermatiti, opacità del manto, prurito.
La metodica prevede che i globuli bianchi siano separati dal campione di sangue del paziente, e successivamente messi a contatto con estratti di alcune componenti dell’alimentazione che più spesso i nostri animali da compagnia ingeriscono sia con il cibo preparato in casa sia con gli alimenti industriali.
Dalla valutazione della reazione avversa da parte degli stessi leucociti discende poi la diagnosi (o la conferma del sospetto diagnostico) di intolleranza alimentare.
Un cane con indici di citolisi epatica inspiegabilmente alti? Un gatto con cistiti o cistouretriti ricorrenti?
Un paziente con feci molli o con prurito diffuso nonostante ripetuti cambi dietetici? Un caso di otite o di gengivite non rispondente alle terapie? Tutte queste sono situazioni che quotidianamente ogni Veterinario può incontrare nella prassi clinica.
Nella specie umana, è un dato di fatto, le intolleranze alimentari sono in costante aumento da alcuni decenni a questa parte: inquinamento a livello globale, presenza di fitofarmaci o pesticidi, residui farmacologicamente attivi nelle carni di animali allevati industrialmente, additivi chimici per la conservazione dei cibi.
Tutto questo porta a sovraccaricare l’organismo degli animali e dell’Uomo con una vasta gamma di tossine veicolate proprio dal cibo.
Ecco perché è importante poter disporre oggi di un test affidabile per il rilevamento di intolleranze alimentari negli animali: sarà così possibile suggerire al cliente un adeguamento dietetico per veder attenuarsi o addirittura scomparire la maggior parte dei sintomi lamentati.
E, come già detto, non occorre eliminare per sempre un dato alimento dalla dieta, ma nella maggior parte dei casi sarà sufficiente un allontanamento temporaneo per dare all’organismo del nostro paziente la possibilità di ritrovare un miglior equilibrio organico.
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